STOP ALL’OBBLIGO DI COMANDO: UNA RIVOLUZIONE PER LA CARRIERA DEGLI UFFICIALI

Una dichiarazione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, ha aperto una nuova prospettiva nella carriera degli ufficiali superiori: potrebbe essere eliminato l’obbligo del comando di battaglione per i Tenenti Colonnelli. Un cambio di paradigma che Libera Rappresentanza dei Militari accoglie con favore, ritenendolo un passo necessario verso un modello di carriera più flessibile, umano e meritocratico.

In un’epoca in cui le esigenze personali e familiari del personale militare non possono più essere ignorate, la possibilità per un ufficiale di scegliere se intraprendere o meno l’esperienza di comando rappresenta una svolta epocale. Significa evitare trasferimenti inutili e spesso dannosi per l’equilibrio familiare, offrendo al contempo opportunità a chi desidera davvero misurarsi con incarichi di responsabilità.

Ma c’è di più. Dalla base degli ufficiali iscritti a LRM emergono proposte concrete: estendere la fine dell’obbligatorietà dei comandi anche ai gradi inferiori, come Tenenti e Capitani, dove spesso l’incarico viene assegnato “per smarcare il requisito”, anche a scapito dell’efficienza operativa dei reparti. La proposta è chiara: più autonomia ai Comandanti di Reggimento nella scelta dei propri comandanti di compagnia, premiando capacità, motivazione e merito.

Parallelamente, LRM rinnova la propria proposta di un concorso a titoli per l’avanzamento al grado di Colonnello, aperto a chi dimostri attitudine e volontà. Un sistema che premi l’esperienza, le competenze e il valore, anziché rigidità procedurali.

Su questo tema, però, si impone una riflessione di fondo: è davvero sostenibile, oggi, mantenere una rigida distinzione tra Ruolo Normale e Ruolo Speciale? Molti ufficiali ritengono di no. Il sistema deve evolversi, riconoscendo le peculiarità dei percorsi formativi – come quello accademico quinquennale con laurea magistrale del Ruolo Normale – ma evitando inutili barriere che limitano la crescita professionale.

La proposta avanzata è articolata: differenziare i profili concorsuali in base al tipo di incarico da ricoprire. Comando e pianificazione per chi proviene dal Ruolo Normale, incarichi tecnici e specialistici per chi ha seguito percorsi diversi. Non una fusione indistinta, ma una valorizzazione intelligente delle competenze.

Infine, un chiarimento concettuale: non tutti i comandi sono uguali. Occorre distinguere tra il “comando di battaglione” previsto come tappa per i Tenenti Colonnelli e i “comandi autonomi” o di corpo, che implicano responsabilità di tutt’altra portata. Anche qui, serve una norma chiara e una prassi coerente.

La carriera militare non può più essere una gabbia rigida. Deve diventare un percorso costruito sulla motivazione, sulla competenza e sulla possibilità di scegliere. LRM continuerà a battersi perché l’Esercito italiano valorizzi davvero il suo capitale umano: i suoi uomini e le sue donne in uniforme, che meritano di poter costruire un futuro professionale degno, stabile e soddisfacente.

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