Tenenti Colonnelli dimenticati: L.R.M. chiede tutele familiari, alloggi e trasparenza nelle destinazioni d’impiego.

A fine luglio, la pianificazione degli impieghi per i Tenenti Colonnelli in uscita dal ciclo di comando non è ancora stata pubblicata. Come ogni anno, decine di Ufficiali attendono — senza alcuna certezza — l’assegnazione a un nuovo incarico che scatterà già da settembre, con tempi tecnici del tutto insufficienti per organizzare trasferimenti, sistemazioni logistiche e la gestione familiare.

L.R.M. – Libera Rappresentanza dei Militari scrive dunque allo Stato Maggiore dell’Esercito denunciando con fermezza una prassi consolidata ma dannosa, che colpisce un’intera categoria di professionisti militari.

I Tenenti Colonnelli oggi in uscita non hanno chiesto di ricoprire il comando: a molti di loro è stato ordinato di farlo, in quanto parte integrante dello status militare. E come sempre, hanno obbedito, mettendosi in gioco con disciplina e onore, spesso affrontando responsabilità superiori al proprio grado, fino a ricoprire incarichi di Comandanti di Corpo e Datori di lavoro.

Al termine di questo ciclo impegnativo, molti di loro saranno destinati a ricoprire ruoli dirigenziali di staff: non Comandanti, ma figure cardine dell’apparato organizzativo dell’Esercito, a diretto supporto della catena decisionale dei reparti. Tasselli essenziali per il funzionamento della Forza Armata.

✅ L.R.M. APPOGGIA LA RIFORMA SUL COMANDO NON OBBLIGATORIO

L.R.M. esprime pieno sostegno all’iniziativa del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito che ha deciso di eliminare l’obbligatorietà del comando, trasformandolo in uno strumento di crescita volontaria.

Si tratta di una scelta coraggiosa e moderna, che valorizza le competenze, offre flessibilità alle carriere, e consente a chi possiede capacità di leadership di rimettersi in gioco senza coercizione, nell’interesse dell’Istituzione e della propria professionalità.

⚠️ Le criticità sul piano familiare e logistico

Alla pressione professionale si somma una scarsissima tutela familiare e logistica. Molti Ufficiali vengono inviati in sedi lontane centinaia di chilometri da casa, senza alloggio, senza indennità adeguate, e spesso costretti a un pendolarismo insostenibile, che consente di rivedere la propria famiglia solo nei fine settimana.

“È una condizione umanamente difficile, che si riflette sul benessere individuale, sulla qualità della vita e sulla coesione familiare”, afferma L.R.M.

❌ Genitorialità negata ai dirigenti

Come dimostra lo Specchio riepilogativo degli istituti di tutela pubblicato dallo Stato Maggiore, i dirigenti — in particolare Maggiori e Tenenti Colonnelli — non godono delle stesse tutele dei gradi inferiori. Tra le gravi disparità tuttora presenti:
• Licenze per nascita figlio non riconosciute;
• Congedi parentali retribuiti al 100% solo fino ai 6 anni del figlio (contro i 12 di altri militari);
• Esoneri da turni o servizi prolungati negati anche in presenza di figli minori;
• Assenza di riconoscimento della giornata festiva in caso di percorrenza per raggiungere la sede.

L.R.M. ha dunque formalmente sollecitato un intervento urgente da parte del Capo di S.M.E., rilevando la totale assenza di questi temi nelle rivendicazioni avanzate dai sindacati rappresentativi dell’Esercito e dell’interforze.

🟩 Le richieste di L.R.M.
1. Pianificazione anticipata e trasparente degli impieghi per i Tenenti Colonnelli in uscita dal comando;
2. Obbligo di assegnazione di un alloggio di servizio in caso di trasferimento d’autorità;
3. Parità di accesso agli istituti di tutela della genitorialità, senza discriminazioni legate al grado;
4. Chiarezza nei criteri di impiego, evitando di giustificare tutto con la generica formula “esigenze di Forza Armata”, che oscura ogni logica verificabile;
5. Previsione dell’impiego in comando di battaglione solo su base volontaria, valorizzando le competenze e la motivazione individuale, in coerenza con la nuova visione strategica del Capo di Stato Maggiore.

“Dietro ogni uniforme c’è una persona. Dietro ogni militare c’è una famiglia.”

L.R.M. continuerà a portare avanti questa battaglia di civiltà in tutte le sedi istituzionali, sindacali e politiche, perché la dignità del personale non è un dettaglio. È la forza del sistema.

La Commissione Ufficiali
Libera Rappresentanza dei Militari

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